Federalberghi, in collaborazione con Ebnt – Ente bilaterale nazionale del turismo, ha curato la realizzazione del quindicesimo rapporto sul mercato del lavoro nel turismo. La pubblicazione è il risultato dell’analisi dei dati contenuti negli archivi Inps sul lavoro dipendente, e dai quali emerge che, nel 2022 l’occupazione nel turismo è risultata in ripresa, ma ancora leggermente sotto i livelli del 2019.
Il settore di riferimento è quello del turismo, articolato in cinque comparti:
- servizi ricettivi (alberghi e campeggi);
- pubblici esercizi (bar, ristoranti, mense, discoteche e stabilimenti balneari);
- intermediazione (agenzie di viaggi); stabilimenti termali;
- parchi divertimento.
Il report si compone di tre capitoli finalizzati a dare una rappresentazione completa del settore secondo tre dimensioni: nazionale, di comparto, territoriale. Le variabili considerate sono: aziende con lavoratori dipendenti; lavoratori dipendenti per categoria; tipologia contrattuale; classe di età e genere; retribuzioni.
La disponibilità di informazioni su base mensile permette di seguire il ciclo produttivo del settore, che si caratterizza per una forte componente di stagionalità. Nella pubblicazione vengono riportati i dati regionali sul numero dei dipendenti e sul numero delle aziende per tipologia di attività.
IMPRESE E LAVORATORI
Le aziende ricettive con lavoratori dipendenti sono 27.130. I pubblici esercizi con dipendenti sono 165.443. La parte restante è suddivisa tra aziende di intermediazione, parchi divertimento e imprese termali. Il numero dei lavoratori dipendenti nel comparto dei servizi ricettivi è rappresentato da una media di 268.379 occupati, pari al 20,8% del totale.
Negli stabilimenti termali ci sono 32,5 dipendenti per impresa: si tratta dell’impresa turistica di maggiore caratura dimensionale sotto il profilo dei lavoratori impiegati per singolo stabilimento. I comparti con il personale dipendente più giovane sono i pubblici esercizi, i parchi divertimento e i servizi ricettivi.
All’opposto, gli stabilimenti termali hanno un’elevata incidenza di personale più anziano: quasi la metà dei dipendenti da queste aziende (46,2%) ha più di 50 anni.
CATEGORIE
Le funzioni direttive (dirigenti, quadri) presentano una densità al di sopra del valore medio nelle agenzie di viaggi, negli stabilimenti termali e nei parchi divertimenti. Nelle strutture ricettive la quota di quadri sul complesso della forza lavoro dipendente è il doppio della media di settore. I 736 dirigenti che nel 2022 risultano occupati nelle imprese turistiche si concentrano per l’80% nei servizi ricettivi e della ristorazione.
I profili professionali più consistenti sono addensati nella macro-voce “operai”, che conta, in media d’anno, un milione 72.861 unità, per l’81% appartenenti ai pubblici esercizi e per il 19% circa al comparto ricettivo.
Gli esercizi ricettivi e i pubblici esercizi occupano rispettivamente il 45,4% e il 37,7% dei quadri, e la restante parte (15,5%) trova occupazione presso le agenzie di viaggi.
TEMPO DETERMINATO
Il lavoro a tempo determinato rappresenta una voce importante nel mercato del lavoro del settore turismo. I contratti a termine, nel complesso, ammontano a 577.830 unità, pari al 44,8% dell’occupazione dipendente. L’incidenza di questa tipologia contrattuale varia a seconda dei settori e delle tipologie di attività. Nei servizi ricettivi l’incidenza del lavoro a tempo determinato (61,9%) è di 17,5 punti superiore rispetto alla media del settore. Oltre due rapporti di lavoro su cinque sono riconducibili alla stagionalità, e il 20,8% è a tempo determinato per ragioni pubblici esercizi. Nei servizi ricettivi il 60,2% dei dipendenti stranieri è di sesso femminile.
STAGIONALITÀ
La variabile stagionale è stata sempre influente nelle imprese del comparto ricettivo e nei parchi di divertimento. Nei mesi estivi l’occupazione dipendente aumenta in media del 40% nel caso delle imprese ricettive. È interessante osservare come l’andamento stagionale dell’occupazione degli apprendisti risulti più accentuato di quello del totale dell’occupazione, a testimonianza di un deciso ricorso a questa tipologia contrattuale in concomitanza con l’avvio della stagione estiva.
In effetti i picchi occupazionali degli apprendisti sono più significativi in quasi tutti i comparti, in particolare nelle imprese ricettive e nei parchi divertimento. Nel settore ricettivo, a fronte di un’occupazione dipendente pari a 268.379 unità in media d’anno, nel mese di giugno si ha un primo consistente incremento del 36,3% che arriva al 45,4% a luglio e al 44,9% agosto. Nel mese di settembre si ritorna ai livelli di inizio stagione per tornare poi a un numero di dipendenti del 29,9% al di sotto della media annuale già nel mese di novembre.
L’occupazione tocca il punto più basso dell’anno nel mese di febbraio (-38,4%). L’occupazione cresce in modo più che proporzionale rispetto alle imprese che nei mesi di luglio e agosto aumentano rispettivamente del 22% e del 22,7%