I nuovi scenari dell’hospitality hanno tenuto banco durante la tavola rotonda organizzata in occasione del lancio di InOut | The Contract Community, il nuovo format di IEG dedicato al contract e alle forniture per gli ambienti e le strutture ricettive. Un comparto che, secondo il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, “ha messo a segno una buona estate, ma è ancora ben al di sotto dei livelli pre-pandemici”. Un dato su tutti: la stima ormai consolidata sull’intero 2022 indica una flessione delle presenze nelle strutture italiane intorno al 7 per cento rispetto ai livelli pre-pandemia. “Un risultato già soddisfacente – ha commentato Nucara –, considerando che sino ad aprile non si è lavorato e che da quel momento, fortunatamente, italiani
e stranieri sono tornati in modo deciso a frequentare gli alberghi. Anche se ci vorrà almeno un decennio per onorare i debiti contratti in questi anni difficili”.

Tuttavia, il direttore generale di Federalberghi non ha dubbi: “Per traghettare oltre è necessario investire, e per poterlo fare è necessario il sostegno del Governo, specie in una realtà come quella italiana, ancora formata per lo più da imprese familiari”. Da qui le richieste al ministro del Turismo, Daniela Santanchè, concentrate su lotta all’abusivismo, interventi sulla pressione fiscale, investimenti a sostegno del mercato del lavoro e utilizzo dei fondi del Pnrr per sostenere i progetti in via di sviluppo.

PRIORITÀ ASSOLUTE

Indispensabile, in questa fase, investire. E in questo senso, il connubio Federalberghi-IEG risulta ancora particolarmente importante per proporre soluzioni a sostegno dell’innovazione, come sottolineato ancora dal manager, della federazione degli albergatori italiani, che non ha perso l’occasione per segnalare le richieste al ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “Abbiamo segnalato alcune priorità, tra cui la lotta all’abusivismo, il problema della pressione fiscale sulle imprese, la difficoltà connessa al reperimento di risorse umane da inserire nel settore”.
Opinione condivisa anche dal presidente di Faita FederCamping, Alberto Granzotto, per il quale la crescita è necessaria, soprattutto in questa fase: “La modalità turistica all’aria aperta è la
seconda in Italia dopo gli alberghi. Le 2mila imprese del comparto, circa l’1% del totale delle imprese di ospitalità italiane, realizzano il 10% degli arrivi registrando circa il 20% delle presenze. Si tratta di oltre 10 milioni di ospiti, oltre la metà dei quali provenienti dall’estero, per 73 milioni di presenze e un fatturato che supera i 5 miliardi di euro per anno. Questi numeri indicano che
dobbiamo puntare a una crescita strutturale che porti l’offerta di posti letto oltre il milione 350mila unità attuali, con caratteristiche sostenibili”.

Dal fronte architetti, Armando Bruno, ceo dello Studio Marco Piva, ha rilanciato “il ruolo centrale dell’albergo come luogo diurno e non notturno, che deve porre al centro l’accoglienza e l’ospitalità”. Temi cari anche agli altri relatori presenti: Maurizio Ori, architetto e paesaggista Aiapp, il cui focus è stato sull’importanza di “piani di sviluppo del territorio integrati, che diano spazio sia ai progetti sul paesaggio sia a nuove esperienze di ospitalità”. Per Armando Bruno, ceo dello Studio Marco Piva, “il contributo dell’architettura alla creazione di un’offerta di qualità per il turista è nodo fondamentale dell’ospitalità”.