L’imposta di soggiorno è un tema cruciale per il settore dell’ospitalità in Italia, poiché impatta sia sulle imprese turistico-ricettive che sui viaggiatori. In questo contesto, Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, le tre maggiori organizzazioni rappresentative delle imprese del settore, stanno monitorando attentamente i recenti sviluppi relativi alla possibile riforma dell’imposta.
Durante un incontro tenutosi con il Ministero del Turismo e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono state avanzate alcune rassicurazioni: non vi saranno aumenti dell’imposta, gli adempimenti saranno semplificati e, soprattutto, il gettito dell’imposta sarà destinato a sostenere il settore turistico. Tuttavia, il resoconto successivo all’incontro tra i Ministeri e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha sollevato perplessità, portando le associazioni a esprimere preoccupazioni in merito a un possibile aumento della pressione fiscale.
Le proposte delle imprese turistiche
Le organizzazioni di categoria si dichiarano contrarie all’estensione dell’imposta di soggiorno ai comuni non turistici e agli incrementi che graverebbero su famiglie e imprese. In risposta, suggeriscono invece di concentrarsi sul miglioramento delle attuali criticità della normativa. Ecco le proposte chiave:
- Tetto massimo per l’imposta: La tassazione dovrebbe essere contenuta entro un livello ragionevole che non superi l’attuale soglia.
- Semplificazione degli adempimenti: Si richiede un meccanismo chiaro e semplice da comunicare ai clienti e facile da applicare per i gestori delle strutture, riducendo la burocrazia.
- Uniformità territoriale: Viene proposta l’adozione di un regolamento quadro che garantisca un’applicazione uniforme dell’imposta in tutta Italia.
- Trasparenza nell’utilizzo del gettito: Fondamentale è garantire che le entrate derivanti dall’imposta vengano effettivamente reinvestite nel settore turistico.
Un dialogo aperto
Le associazioni apprezzano l’apertura al dialogo mostrata dai Ministeri del Turismo e dell’Economia e confidano che, durante il percorso di revisione, si tenga conto delle esigenze specifiche delle imprese e dei turisti. Una riforma bilanciata è fondamentale per sostenere la competitività del settore turistico italiano senza gravare eccessivamente sui viaggiatori e sulle imprese, soprattutto in un periodo di ripresa economica post-pandemica.
Il settore turistico rimane un motore fondamentale per l’economia italiana e per preservarne la vitalità è cruciale trovare soluzioni fiscali che non compromettano la sostenibilità e l’attrattività delle destinazioni italiane.